martedì 20 dicembre 2011

Nix disponibile in Ebook a 3 euro!

Carissimi, giorno di gaudio! Nix entra oggi nell'era digitale in veste Ebook!
Da oggi, con un semplice clic, è possibile acquistare Nix in Ebook alla super modica cifra di 3 euro, sul sito di Sangel!
Per portare Nix sempre con voi, nel vostro lettore di Ebook, nel vostro i-pod Touch, nel vostro Kindle, nel vostro i-Pad o semplicemente per averlo sul computer.
Una bella sorpresa per festeggiare il Natale con tutti i meravigliosi lettori che mi hanno fatto dono del loro parere, del loro affetto e della loro attenzione!
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venerdì 9 dicembre 2011

Dicono di Nix (19)

Il "dicono di Nix" di oggi (che proviene sempre da una lettrice della catena di Anobii) è una dichiarazione d'amore puro nei confronti del mio romanzo, nei confronti della quale non posso che essere grata e sorpresa:

Chapeau

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Chi è questa Elisabetta Ossimoro che scrive come una poetessa di 60 anni a soli 20? Chi è costei che parla di filosofia, storia, arte e letteratura come se fosse il suo pane quotidiano?
Chi è mai questa Scrittrice che usa la lingua italiana come un bisturi letterario?
Padronanza di linguaggio, profondità di pensiero, intensità di emozioni, capacità introspettive in soli 138 pagine, che mi fanno impallidire e vergognare per il mio povero e miserrimo lessico.
Un libro semplicemente PERFETTO.
Solamente perfetto si può definire per come è scritto, narrato e presentato, ed io ho trovato perfetto anche quel finale di cui qualcuno sembra essersi lamentato e non mi sarei aspettata di meno da una che scrive in un modo così opulento ma mai ostentato, altrimenti sarebbe stata una degna collega di Ferdinando Loccia!
Che qualche casa editrice di quelle in auge la adotti immediatamente.
Paurosamente brava. 5/5 stelline anobiane

(R, 36 anni)

martedì 6 dicembre 2011

Dicono di Nix (18)

Ecco a voi oggi il parere nixico che ancora non avete sentito: quello di un amico che è un critico della ricezione (!) che ha messo in evidenza i livelli narrativi e metanarrativi del romanzo, con un occhio di riguardo al dialogo tra l'intenzione autoriale e la ricezione. Ecco a voi:

Nix, primo libro pubblicato della talentuosa Elisabetta Ossimoro, ha tutti i pregi e i difetti di un libro scritto alla fine dell'adolescenza, in un momento in cui ancora ci si ricorda di che cosa voglia dire essere adolescenti, e non in cui si cerca di ricostruire a tentoni brandelli di memoria che stanno a metà tra età adulta e passato. la linearità della vita di un anno di scuola ci viene restituita attraverso la linearità di una serie di topoi (sembrerebbe una semplice successione di eventi, ma che cos'è in fondo la scuola se non una linearità di eventi che si susseguono ogni anno uguali?). Centrale la polarità tra il conoscere se stessi e l'essere conosciuti dagli altri. Meraviglioso il momento in cui Giulia sta quasi per vedere davvero, senza idealizzazioni, senza saperlo, Nix (nichilista, ma poi mica tanto). Ed essere visti per quello che si è fa paura. Giulia, stereotipo dei bimbi-minchia a volte colti da attimi di illuminazione, è un notevole esempio di inconsapevolezza terrificante. Come dice Franco Moretti, la stupidità può essere crudele, e, aggiungo io, rivelatrice, senza smettere di essere stupida.
Forse di harrypotteriana memoria è il trio di amici, in versione vagamente più perturbante e perturbata, dato il cenno ad un amore omosessuale non corrisposto, e per questo portatore di sofferenza nell'accettazione della propria sessualità. Ermanno, il più radical-chic intellettuale dei tre, personaggio che ci sarebbe piaciuto indagato di più.
Ma il protagonista è Nix, specchio o ritratto dell'autrice; qui forse Ossimoro compie un passo falso nella caratterizzazione: chi è allora Nix? personaggio autonomo o funzione per far trasparire i gusti letterari, che vanno da McEwan a Maugham, dell'autrice? forse c'è piena sovrapponibilità, ma è un dato da tenere in considerazione.
altro elemento che mi ha fatto riflettere sono i livelli della narrazione: il libro è costellato da una fantastica ironia che compensa la linearità dell'intreccio. Nix ha sempre una buona parola per tutti. L'intertestualità parodica verso molta della letteratura di consumo prodotta nel nostro Paese diviene spunto per alcuni cenni di polemica programmatico-letteraria: "ma perché questo nella realtà non succede?". il dubbio risiede però nella provenienza dell'ironia: quella di Nix è indubbia, ma ci sono punti in cui c'è una voce - che non sappiamo a chi appartenga - che fa ironia anche sull'ironia di Nix. E questa sovrapposizione è indubbiamente molto produttiva per far sì che il lettore continui ad aver voglia di girare la pagina fino ad un finale di cui non parlo, ma posso definire per lo meno ambiguo e imprevedibile.
In conclusione, un bel libro che, pur senza la pretesa di essere un capolavoro, ci mostra degli adolescenti insicuri, sulla soglia di un cambiamento nelle loro vite, ma senza essere mostri o carnefici. Nix mette bene a nudo delle notevoli capacità autoriali. voglio però vedere l'autrice di fronte ad una complicazione della trama, e, soprattutto, davanti ad una reinvenzione più radicale del linguaggio letterario.

(A.V., 24 anni)

lunedì 5 dicembre 2011

Dicono di Nix (17)

E' davvero una soddisfazione grandissima riuscire a veicolare emozioni tramite i propri scritti e ancora più bello è quando la persona che ne è stata emozionata te lo fa sapere e lo fa con una liricità che ti scuote dentro. Mi è capitato con la mia ultima lettrice della Catena di Anobii. Ecco il suo bellissimo commento:


Tutti abbiamo delle storie da raccontare e dei pezzetti di vita da rivivere, il dono di saperli trasformare in parole scritte è però fortuna di pochi. Elisabetta Ossimoro ce l’ha, questo dono. Non mi riferisco tanto alla trama accattivante che mi ha portata indietro di diciannove anni e mezzo (se dico venti mi sento troppo … stagionata!), ai mesi prima della mia maturità che era ancora in sessantesimi, per farmi rivivere le risate e le ansie, l’amicizia e la paura, le cotte e le delusioni del 1992. Parlo piuttosto della felice capacità di dare a questa trama una forma scorrevole ma non semplicistica, con una scrittura curata ed espressiva che i piccoli – perdonabili – refusi che sbucano qua e là dalle pagine non inficiano per nulla nella sua piacevolezza. Mi sono saliti alle labbra un sacco di sorrisi, ho rivissuto ricordi che conservo con cura ma spolvero di rado, mi è venuta ogni tanto voglia di piangere, e una volta preso in mano il volumetto non l’ho posato prima di aver letto l’ultima parola. Sì, mi è bastata una sera per finirlo, non perché sia breve … semmai perché quando incontri una stella che ti illumina qualche ora, è bene acchiapparla per la coda e andare con lei fino alla fine. Probabilmente questo libro ha toccato corde in me particolarmente sensibili, e suscitato reminiscenze che mi saranno sempre molto care, quindi l’ho giocoforza apprezzato più di quanto avrei fatto con una storia che mi fosse estranea, ma credo di non sbagliare affermando che il talento narrativo c’è e si sente, e che se adeguatamente coltivato potrà portare frutti ancora più gustosi di questo primo lavoro, che peraltro merita senza esitazione le quattro stelle che di rado riservo agli esordienti. Brava, Elisabetta.

(M., 36 anni)