Dicono di Nix

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Esordio letterario della talentuosa Elisabetta Ossimoro, scritto a soli 20 anni quale degno suggello della sua (molto fruttuosa, direi!) esperienza liceale, Nix è un romanzo molto breve, ma denso e accattivante.
Nix è un romanzo profondamente introspettivo, che sciorina pagina dopo pagina tutti i pensieri, le inquietudini e le riflessioni di Nicodemo Orsini, Nico o Nix per gli amici, diciannovenne molto maturo, intelligente e colto, nonché bellissimo. Sin dalle prime pagine veniamo prepotentemente scaraventati nel suo mondo, ovvero nei suoi pensieri, dai quali traspare immediatamente un conflitto interiore relativo al proprio destino e alla propria identità. Nix si finge un’esteta, quasi un Dorian Gray (buono) catapultato nei giorni nostri; è pienamente consapevole di questo suo apparire, e comprende, più o meno inconsciamente, che pur volendo rivendicare per sé elevati principi morali non potrà mai realizzarli e “vedersi”, vedere se stesso e il suo futuro. Questi pensieri trapelano costantemente nella lotta interiore che lo rende costantemente turbato. Nell’ambito della sua tribolazione interiore Nix si sforza di essere tutto ciò che in realtà disprezza nel mondo che lo circonda, quasi si sforza di “non essere”, e si osserva vivere, come se tutto ciò che gli accade semplicemente gli scivolasse addosso.
Ma veniamo ai personaggi, fondamentali e simbolici, che il protagonista ci descrive attraverso i suoi occhi disincantati:
Nix ha una ragazza, Giulia, bionda e bellissima, ben fornita in quanto a sex appeal ma del tutto priva di autonomo raziocinio; è un personaggio presente nella vicenda dall’inizio alla fine, ma che resta sostanzialmente estraneo alla mente di Nix, quasi un poster fissato al muro e contemplato di tanto in tanto, una rappresentazione di bellezza eterea e inconsistente. Coloro che invece hanno un vero e proprio ruolo nella vita di Nix sono Ottilia ed Ermanno, compagni di classe nonché migliori amici, anch’essi belli, colti e intelligenti, nonché piuttosto singolari rispetto ai loro coetanei. Il periodo che viviamo assieme a questi tre personaggi rappresenta il culmine dell’adolescenza, gli ultimi mesi dell’ultimo anno del liceo: un condensato di paure, avventure e vicissitudini tragicomiche, con tanto di occupazione studentesca, gita a Barcellona ed esame di maturità. Questo periodo rappresenterà per tutti una svolta irrevocabile, mettendoli di fronte ad una crescita obbligata e a scelte spesso difficili; nulla riuscirà a preservarli dal cambiamento, dall’insoddisfazione o dalle insicurezze; il sipario calerà comunque, e dietro di esso rimarranno con le loro emozioni, privi di difese.
Uno dei personaggi che Nix stesso apprezza, e al quale sembra volersi moralmente ispirare, è sua sorella Isabella, abile ballerina sebbene con qualche chilo di troppo; lui l’adora e stima senza riserve per la tenacia con la quale persegue i suoi sogni, anche se il futuro non riserverà nemmeno a lei una sorte migliore.
Non posso non ricordare colei che per me svela il profondo significato di questo romanzo, la ragazza di McEwan, compagna di scuola inizialmente sconosciuta a Nix; questo personaggio, che partecipa agli avvenimenti principali quasi solamente da osservatore esterno, mette a nudo con poche parole il vero Nicodemo Orsini, facendolo letteralmente schiantare verso il muro di esteta emancipato che si è costruito, e provocando (finalmente!) una sua reazione a ciò che lo circonda.
‹‹- Ti piace, ragazza di McEwan – dico, senza pensarci e senza guardarla – guardare gli altri vivere? –
- Non credo che ti interessi saperlo – chiosa – Comunque certo meglio che far finta di saper vivere come fai tu.” […] ‹‹Tu non sei il frutto di un progetto, sei casuale in questo mondo e ti corromperai presto. Sei come la tua donna. – Basta. Scatto in piedi e salto giù dal letto, mentre lei stringe protettivamente al petto il suo album: ha previsto anche questo, cristo santo. - TU – grido ansimante e spasmodico – NON… SEI… NESSUNO! – - Lo so – dice lei flemmatica e senza abbassare gli occhi – e la cosa non mi disturba –“››.

Anche se alle parole “meteorite sulla casa” e all’intonazione di Mad World dei Tears for Fears purtroppo sapevo già come sarebbe andata a finire (chi ha visto QUEL film sa a cosa mi riferisco), in questo libro non ho trovato nulla di scontato, tutt’altro. In questa opera prima l’autrice ci svela senza troppe riserve tutte le sue passioni, i film che ha amato (e odiato), i libri che l’hanno fatta riflettere, assieme sicuramente ad esperienze personali vissute e analizzate sotto molteplici aspetti; ha inserito tutto ciò che ama, concretamente e simbolicamente, e l’ha messo su carta con una maestria veramente poco comune tra gli scrittori della sua età e, oserei dire, anche tra quelli più grandicelli e con più esperienza. Il suo modo di scrivere è molto diretto, sintetico ma elegante, ucciderei per scrivere così! Se dovessi cercare l’autrice in uno dei suoi personaggi la vedrei nella ragazza di McEwan, una sorta di “Spirito del Natale” di Dickens, dimessa e distaccata ma tragicamente onnisciente nei confronti di ciò che osserva attorno a sé..

Mi sono molto affezionata a questo libro; è una di quelle letture che in un primo momento ti colpiscono perché ben scritte, colte e innovative rispetto alle consuete letture; all’inizio infatti avevo dato 4 stelline piene, ma poi qualcosa è cambiato: superato l’iniziale apprezzamento per le caratteristiche stilistico-espressive, tutto l’insieme è riaffiorato a forza! Questo è uno di QUEI libri che tornano violentemente a galla, e allora oltre allo stile è ben altro ciò che ti turba; nel bene e nel male ciò che hai letto risale pezzo dopo pezzo e giorno dopo giorno, facendoti riflettere su moltissime cose, toccandoti molto in profondità, e dandoti quel qualcosa che rende un libro speciale e parte di te.

Il mio giudizio: avete dubbi? Consigliato sicuramente! In poche pagine è in grado di regalare forti e profonde emozioni ! 5 STELLINE !
(T., 34 anni)
"Le due del pomeriggio: l'aria è ferma davanti al liceo, la campanella non ha ancora liberato il vociare confuso dei così poco contegnosi studenti che si considerano ogni giorno prigionieri di queste pareti."

Inizia così "Nix" il primo romanzo di Elisabetta Ossimoro, edito dalla Sangel Edizioni.
Il libro racconta le vicissitudini di un gruppo di ragazzi alle prese con la Maturità, tra compiti collettivi e gite scolastiche. Con una scrittura scorrevole ed avvolgente l'autrice ci introduce nel mondo degli studenti, in una quotidianità fatta di amori, delusioni, paure e speranze.
Tutto ruota attorno a Nicodemo Orsini, il protagonista, giovane dalla bellezza disarmante, che appare come uno scrutatore vigile e attento del suo tempo e della società. Con continue riflessioni e critiche, Nico sembra vivere una costante inquietudine, tanto da sembrare un adolescente davvero particolare per le sue reazioni imprevedibili. "Bello, affascinante, riservato", lo definisce l'amica Ottilia.
Molti sono i romanzi ed i film ispirati al mondo adolescenziale, da Federico Moccia con "Tre metri sopra il cielo" e "Amore 14" fino a "Notte prima degli esami" con la regia di Fausto Brizzi. Anche la televisione propone spesso fiction legate al mondo degli adolescenti, "I liceali" ne sono un esempio.
"Nix" si scosta dal filone letterario dei "lucchetti" e si fa narrazione valida senza la creazione dei soliti stereotipi giovanili.
Come il giovane Werther di Goethe, Nico non cerca una vita tranquilla, ma una felicità totale e questo lo rende estremamente fragile. Ha incubi ricorrenti che lo perseguitano ogni notte, vede il bene ed il male nei posti più improbabili.
"Le mie palpebre si abbassano per l' ennesima volta e questa volta sono alla guida di una moto: la scarpata si staglia davanti a me, pare sospesa oltre l'orizzonte, inevitabile come la morte e le tasse."
Nico è un ragazzo alla scoperta della propria interiorità, mai superficiale con se stesso e con chi gli sta accanto. La bellezza e l'esuberanza non limitano la sua voglia di conoscenza e lo conducono al vero significato dell' amicizia, dell'amore e dell'esistenza in tutte le sue forme e sfaccettature.
Elisabetta Ossimoro ha dato prova delle proprie capacità scrittoriali offrendo al romanzo un tocco del tutto personale. Lo stile brillante ed il linguaggio semplice rendono "Nix" un buon lavoro di ricerca ed autenticità espressiva.
(M.Z., 31 anni) 


Non sembra un esordio, davvero notevole

Sono rimasta davvero colpita da questo romanzo, seppur breve, perché l'autrice ha una penna molto matura ed esperta nonostante la sua giovane età. Gli unici difetti del libro sono dei risibili refusi di formattazione: tutto il resto è perfetto.
Uno spaccato realistico della fine del liceo, in cui molti si ritroveranno. I personaggi sembrano troppo reali per essere inventati, ognuno con le sue piccole manie.
Per pura coincidenza, il finale rispecchia un episodio reale cui ho assistito nel 2001. 
5/5 stelline anobiane

(C.G, 29 anni)

Il lessico usato è il più forbito e ricco che abbia mai letto, e lo stile...esprime, nella sua accuratezza, in qualche modo tutte le conoscenze dell'autrice per quanto riguarda l'arte del narrare. L'abilità di scrittrice è ben influenzata dai suoi profondi studi sulla materia, si ved..legge molto bene =D
Per quanto riguarda la trama, ci sono molte cose da dire. Non l'ho trovato affatto scontata come molti di questi generi di libri adolescenziali, genere che non apprezzo particolarmente, ma che in questo libro assume un aspetto molto originale. Si affronta infatti un tema quanto meno poco esplorato, il disagio che consegue questo periodo della vita, incrementato e stimolato questa volta non da tutte quelle problematiche adolescenziali che riguardano il tema della droga o della sessualità giovanile, ma da quel gioco di incertezze, dubbi e oppressioni esistenziali tipiche di questa età che sviluppano un senso di estraneità culturale e sociale che ricadono in un afflizione comune a molti adolescenti: l'inedaguatezza generazionale. Nix è il perfetto e ipocrita connubio di questi due opposti aspetti, da una parte quel dieci per cento di quella generazione spavalda, audace e menefreghista che crede ingenuamente di avere il mondo ai suoi piedi e che si difende sempre ad alta voce contro una generale disapprovazione, predominando su tutto e tutti, sicuri del loro quanto meno precario futuro nascondendosi dietro una marea di parole intriseche di ignoranza e supponenza, e dall'altro una novanta per cento di una generazione di insicuri e impaurite monadi che si nascondo dietro i propri libri, i propri inappropriati interessi e incompresi pensieri e desideri, oppressi dal silenzio della mente che tanto accumana i loro "coetani", osservando il loro futuro come servi di quest'ultimo, ma con gli occhi di un vero sognatore. Da una parte c'è Giulia, e dall'altra la ragazza McEwan, insomma, e nel mezzo c'è proprio Nix. Ho quasi ammirato il suo comportamento, disprezzato dai restanti personaggi, ma che a me sembrava un perfetto risultato della somma di questi due ideali generazionali, come se fosse "matematicamente" una persona corretta. Trovo questo tema a me molto vicino, e i fuorvianti e sprezzanti dialoghi (e pensieri) tra Nix e la ragazza McEwan, il rapporto amicizia tra Ermanno e Nix, il legame che l'unisce con Ottilia, e le serie di vicende scolastiche denunciano apertamente questo sistema creatosi non si sa come. Per quanto breve questo romanzo è intenso di significato. Purtroppo (o per fortuna) non mi è comune il mondo di quella scuola fatta di raccomandazioni e figli di papà che, come si nota, ha influito molto su quello che era la parziale ma amara esperienza scolastica dell'autrice, così come le "esperienze classiche" dell'indirizzo di studi che hanno scelto i protagonisti non mi è comune. La storia di Ottilia e della Galbiati (che trovo analoghe) riflettono inoltre sulla precarietà e asprezza delle relazioni amorose, che, insieme al rapporto di Nix con Giulia, prende spunto da un punto di vista molto originale. In sintensi, un romanzo che mi ha colpito per l'originalità con cui sono stati affrontati temi di largo uso tra gli scrittori di ogni generazione, per l'abile capacità d'intrecciare le storie sotto un'unica luce e di ritrovare quello che in retro copertina chiamasi "precoce disincanto" in ogni aspetto della vita scolastica, dai professori agli studenti, per la scioltezza con cui sono state aspramente criticate alcuni aspetti dell'adolescenza, per lo spessore caratteriale dei protagonisti, che per quanto rappresentino "l'adolescenze ideale" di un circoscritto tipo di adolescenti, li senti incredibilmente vicini, verosimili.
Mi ricorda per molti aspetti un nuovo Giovane Holden, in versione italiana
Ps: Con questo Libro la esordiente scrittrice Elisabetta Ossimoro ha compiuto il primo passo per quello che si prospetta come una grande e fortunata carriera in questo settore, più che meritata...quasi doverosa che si realizzasse ! :)
 (F.M. 18 anni) 4/5 stelline anobiane

E' venuta nella mia scuola (Gioberti, Torino) a tenere un incontro al circolo dei lettori, ci ha parlato del suo libro e la prima cosa che ho fatto quando é terminato l' incontro è stato comprare NIX. L' ho letto tutto d' un fiato, nel pomeriggio. Assolutamente fantastico, originale e secondo me in un certo senso socialmente utile, complimenti! :)
(anonimo giobertino - o anonima giobertina - 15-16enne)

Questo libro è molto bello e scritto benissimo! Racconta di un periodo particolare della vita di giovani studenti alla soglia del congedo scolastico e del raggiungimento di una maturità non solo scolastica. Nix, il protagonista, è un giovane che fa ragionamenti lucidi e disincantati. I temi trattati nel libro, anche se alcuni solo sfiorati, sono forti e propri del periodo adolescenziale e, attraverso le parole dei protagonisti, esprimono opinioni chiare, definite. La storia scorre naturalmente, è piacevole da leggere, ricca di un sottile umorismo...peccato per la conclusione!
4/5 stelle anobiane
(k. 48 anni) 

Letto in due giorni, tutto d'un fiato. Certo, non è esente da difetti (e quale libro d'esordio non lo è?) ma è una lettura piacevolissima e, soprattutto, intelligente. La storia è semplice, narrata con una proprietà di linguaggio davvero rara; i personaggi, poi, sono delineati benissimo: Nico, Ermanno, Ottilia...ho adorato ognuno di loro. Il finale? E' geniale. Insomma, proprio una bella sorpresa.
Quello che volevo dirti è "hai avuto tanto coraggio". Davvero! Hai messo su una storia a "livelli d'interpretazione", come li chiamo io, e non è certo facile. E ti sei guadagnata un posticino nella mia libreria ;) sì, perchè devi sapere che i libri che non meritano finiscono tutti nei cartoni e...giù in garage xD  Bravissima Eli.
5/5 stelline anobiane

(B.R.C, 19 anni) 

Ho letto Nix due volte, la prima qualche anno fa, la seconda poco prima di scrivere questa recensione. Ho ritrovato cose che non ricordavo e ne ho scoperte di nuove che la prima volta non avevo notato.
Nix è un romanzo di veloce e piacevole lettura. L'autrice usa una scrittura fluente e ricercata, che si muove con versatilità dai registri più alti a quelli più colloquiali, servendosi di un lessico ricco e forbito. I personaggi sono molto ben caratterizzati, alcuni ricordano veri e propri "tipi" caratteriali (uno per tutti il divertentissimo Piervi, ma ci aggiungerei anche Ketty e le sue amiche, Giulia e - anche se non compaiono mai direttamente in scena - i parenti di Ermanno). Molto belle alcune descrizioni, mi hanno colpito ad esempio le immagini della nebbia di latte, della luna e delle stelle-petali di fuoco- nel cielo di Barcellona, la narrazione del saggio di danza di Isabella. L'ambiente scolastico è descritto in modo così concreto, specie per chi come me ricorda ancora abbastanza da vicino i suoi anni di liceo, da sembrare toccabile con mano: le assemblee di istituto, i "summit" mensili dei rappresentanti di classe, i tristi corridoi della scuola con le macchinette del caffè, la gita, le simulazioni d'esame, tutto è così vivido da suscitare nel lettore vere e proprie immagini di grande realismo. Il romanzo è percorso da un'ironia che trapela in ogni singola parola; è l'ironia dissacrante del protagonista, che non risparmia nulla e nessuno, compreso sé stesso: così come nella scena in cui dipinge la frase d'amore sull'asfalto, in ossequio - e al contempo con una beffarda parodia - ai topoi di certa letteratura adolescenziale (il famoso Loccia...). Alcuni capitoli sono davvero divertenti e non possono che strappare il riso, tra tutti "Nicortigiano". La parte che ho apprezzato di più, già alla prima lettura, è il finale, che reputo assolutamente geniale (oltre che originale e del tutto imprevedibile). Non dico nulla di più per non rovinare la sorpresa a chi deve ancora leggerlo...
Tra le pagine filtrano la cultura e le molte letture dell'autrice, tradite dalla presenza di innumerevoli citazioni letterarie, che impreziosiscono la storia come piccole perle disseminate nella trama del racconto.
I miei personaggi preferiti? Isabella dal punto di vista emotivo; la ragazza che leggeva McEwan, di gran lunga il personaggio meglio riuscito e affascinante, da quello puramente letterario. Cosa curiosa: Nix ai miei occhi è proprio insopportabile!!! Fatto peraltro che non mi ha impedito di apprezzare il romanzo, pur così lontano dai generi che amo e che leggo abitualmente.
In conclusione un'ottima prova d'esordio, a cui spero ne seguiranno altre.
Unica nota critica (dovuta alla mia maniacale pignoleria): sono ancora presenti alcuni errori di battitura e di impaginazione (ad esempio gli apostrofi separati dalla parola che segue nelle elisioni) che però non sono certo da addebitare all'autrice!
(A.F, 26 anni)
 Tutti abbiamo delle storie da raccontare e dei pezzetti di vita da rivivere, il dono di saperli trasformare in parole scritte è però fortuna di pochi. Elisabetta Ossimoro ce l’ha, questo dono. Non mi riferisco tanto alla trama accattivante che mi ha portata indietro di diciannove anni e mezzo (se dico venti mi sento troppo … stagionata!), ai mesi prima della mia maturità che era ancora in sessantesimi, per farmi rivivere le risate e le ansie, l’amicizia e la paura, le cotte e le delusioni del 1992. Parlo piuttosto della felice capacità di dare a questa trama una forma scorrevole ma non semplicistica, con una scrittura curata ed espressiva che i piccoli – perdonabili – refusi che sbucano qua e là dalle pagine non inficiano per nulla nella sua piacevolezza. Mi sono saliti alle labbra un sacco di sorrisi, ho rivissuto ricordi che conservo con cura ma spolvero di rado, mi è venuta ogni tanto voglia di piangere, e una volta preso in mano il volumetto non l’ho posato prima di aver letto l’ultima parola. Sì, mi è bastata una sera per finirlo, non perché sia breve … semmai perché quando incontri una stella che ti illumina qualche ora, è bene acchiapparla per la coda e andare con lei fino alla fine. Probabilmente questo libro ha toccato corde in me particolarmente sensibili, e suscitato reminiscenze che mi saranno sempre molto care, quindi l’ho giocoforza apprezzato più di quanto avrei fatto con una storia che mi fosse estranea, ma credo di non sbagliare affermando che il talento narrativo c’è e si sente, e che se adeguatamente coltivato potrà portare frutti ancora più gustosi di questo primo lavoro, che peraltro merita senza esitazione le quattro stelle che di rado riservo agli esordienti. Brava, Elisabetta. 

(M., 36 anni)

Nix dovrebbe essere antipatico, "dovrebbe" perché non è il tipico protagonista-eroe, ma, dato che se il protagonista non mi piace non riesco a terminare un libro, Nix è solo apparentemente antipatico. Per essere precisi, è un personaggio al di fuori del comune: a soli 18 anni ha già una visione disincantata della realtà e di tutta l'ipocrisia che lo circonda; ha un'intelligenza superiore alla media, che lo rende un po' "alieno". Se non sapessi che la scrittrice all'epoca aveva solo vent'anni, direi che Nix è eccessivamente maturo per la sua età. Nessuno degli altri protagonisti comprende così terribilmente bene la società.
I capitoli più divertenti riguardano sicuramente la gita a Barcellona, in particolare la punizione riservata a Piervirgilio fa morir dal ridere. Il capitolo più bello e d'effetto è però quello finale (leggete e capirete il motivo).
Dal punto di vista tecnico, la storia è ben scritta, il testo è scorrevole e si legge piacevolmente.
Se proprio vogliamo trovare un difetto, la casa editrice avrebbe dovuto eliminare gli spazi tra l'apostrofo e la parola seguente, ma questo non inficia la qualità del libro, infinitamente superiore a certi libri sugli adolescenti che hanno venduto molto, ma che valevano poco.

(A.P. 26 anni)

Libro intenso con narrazione scorrevole e leggera, ma non priva di significati profondi. I personaggi sono molto interessanti, anche se un po' sopra le righe, forse volutamente. Il finale sorprende e lascia un certo amaro in bocca. Sicuramente da leggere!


(C.B. 53 anni) 

Se anche voi ne avete fin sopra i capelli di vampiri sbrilluccicosi XD, ecco una storia “normale”, quella che è stata e sarà la storia di tanti ragazzi e ragazze che passano tra gli infernali anni del liceo. Ho messo “normale” tra virgolette perché, come andrò tra poco ad illustrare, il protagonista non è quello che vi aspettereste.
Devo confessare di aver rimosso gran parte degli anni delle superiori, ma Nix mi ha sicuramente trasportato indietro nel tempo: come non riconoscere in personaggi quali la “bimbaminkia” Giulia o il “sinistroide” Piervi delle figure che popolavano i corridoi delle nostre scuole? Il nostro protagonista tuttavia non è un adolescente immaturo, ma un giovane uomo piuttosto nichilista che attraversa questa fase particolare della vita (l’ultimo anno del liceo) con aria distaccata ed imperturbabile, pronto però a svelare le debolezze e le immaturità dei suoi compagni.
La forza del libro sta proprio, a parer mio, nei personaggi ben delineati, persone che tutti abbiamo conosciuto almeno una volta nella vita, tratteggiati con l’abilità che solo una persona passata attraverso questa fase della vita riesce a ricostruire con freschezza ed attenzione. Per tutto il libro osserviamo il mondo dagli occhi di Nix ed impariamo a conoscerlo, partecipando ai suoi pensieri ed alle sue inquietudini sino al finale che, devo confessare, è la mia parte preferita del libro. Lo stesso Nix, pur essendo bello intelligente ed avere tutte le carte in regola per diventare il classico adolescente odioso da libro, è un personaggio sfaccettato, complicato, ironico e disincantato ma allo stesso tempo fragilmente adolescente.
Un libro che mi sento di consigliare a chiunque voglia rivivere gli anni dell’adolescenza in maniera assolutamente non banale, come invece accade in tanti libri che potete trovare in libreria. Sicuramente potrete incontrare dei difetti (quale libro di un esordiente non ne ha, e mi includo nel mucchio), ma come opera prima è sicuramente promossa a pieni voti!

(D.F., 26 anni)

Ho appena finito di leggere Nix di Elisabetta Ossimoro, romanzo che l’autrice mi ha inviato personalmente in uno scambio con La Piccola Equilibrista. In primis, prima ancora di snocciolare il mio parere sul contenuto del libro, ammetto che mi è piaciuto molto il formato adottato dall’editore. Il libro è estremamente “maneggevole” (perdonate l’osceno aggettivo scelto!), comodissimo da leggere: anche i caratteri grandi, possibili per la mole contenuta del romanzo, rendono la lettura estremamente scorrevole!
Ma visto che probabilmente a nessuno interessa parlare del packaging del romanzo e degli stratagemmi estetici, veniamo al nocciolo.
La storia si dipana semplice e lineare, tanto che all’inizio ero un po’ spaesato: non riuscivo a trovare il filo della storia, la miccia, l’evento più o meno epocale che dà il là all’intreccio vero e proprio. E’ in ritardo (per esclusiva mia colpa, sia chiaro!) che ho realizzato la vera natura di Nix: Nix è una serie di scatti, vividi e colorati, immagini minuziose di scene di vita. Nel loro millimetrico accostarsi lungo il romanzo, acquistano le sembianze di una lunga panoramica: seguiamo la vita di Nicodemo Orsini, e con la sua quella di altri personaggi mai piatti, ma anzi ricolmi di sfaccettature. Leggiamo nell’ultimo anno di liceo di questa compagine riccamente addobbata la loro vita, compressa in pillole di eventi, e forse è proprio in questo che ho apprezzato la narrazione dell’autrice: la capacità di delineare, attraverso strappi di normale vita quotidiana, l’essenza vera di ogni personaggio. E’ dunque un romanzo senza una reale spannung, senza un botto improvviso che accelera le vicende verso una conclusione: è invece una serie di pennelleate omogenee, tutte in equilibrio tra loro, che conducono a un finale tagliente.
Ma è proprio questo equilibrio, questo ordine che domina il romanzo, a essere il punto che più ho apprezzato dello stile di Elisabetta Ossimoro. Adoro l’incastrarsi delle parole, e adoro come il linguaggio possa essere reso malleabile e musicale: in questo, l’autrice non sbaglia una virgola. Ogni frase è studiata, calibrata, misurata, ma senza dimostrarlo. Eccetto un paio di occasioni, la narrazione è sempre scorrevole, e il tono quasi aulico con il quale si innalza la vita dell’oggi non appesantisce la lettura. Sembra malinconica l’autrice, nell’esasperante (e non, si badi, esasperata!) ricerca del termine migliore.
Se qualcosa poteva migliorare, però, qui scendiamo nel parere personale: nel senso che personalmente non sono un amante delle narrazioni in cui non si realizza una storia “in senso classico”, in cui manca, per intenderci, l’evento x che scatena la ricerca di una conclusione y. E in secondo luogo, alcuni personaggi (Nicodemo ed Ermanno) mi sembravano eccessivamente esaltati nella loro bellezza quasi classica e scultorea, tanto da risultarmi antipatici “a pelle”. Tolto questo personalissimo mio gusto, però, Nix rimane un romanzo gustoso, impeccabile nella scrittura, che merita di essere letto per la grandissima capacità di raccontarci una vita.
Senza sofismi, senza retorica, e senza la pretesa di insegnare qualcosa. 4/5 stelline anobiane

(S.V, 21 anni) 


Prima di scrivere la mia recensione ho letto i commenti di coloro che mi hanno preceduto nella lettura di questo romanzo "d'esordio" (perchè ne verranno altri, vero Eli?); cos'altro posso aggiungere che già non sia stato scritto? Non posso far altro che unirmi al coro dei tanti commenti entusiastici; quando un libro, che perdipiù tratta di un argomento a me così lontano (per età) mi "prende" a tal punto da dimenticare di preparare il pranzo è perchè è davvero molto bello!!! Complimenti all'autrice, e grazie per avermi dato la possibilità di conoscere NIX 4/5 stelline anobiane

(V, 46 anni)
Sebbene il riassunto di questo libro dia l’impressione di trovarsi davanti al solito romanzo che parla di adolescenti, primi amori, scuola e amici e difficoltà nel trovare la propria strada – ovvero un argomento su cui si basano innumerevoli libri e film, compresi quelli del mio adorato (?) Mr. Moccia -, il mio consiglio è quello di non lasciarsi ingannare: per quanto non possa vantarmi di essermi divorata una per una tutte le storie di questo genere (ormai si è capito che i libri cloni di altri libri non mi vanno a genio… o no?), sono convinta che Nix abbia qualcosa di particolare, per non dire speciale, che lo distingue dagli altri. A partire dal protagonista, che è uno dei migliori personaggi adolescenti di sesso maschile che mi siano mai capitati.
Cominciamo, appunto, da Nix, ovvero Nicodemo, il cui punto di vista ci racconta la nostra storia: sappiamo che ha 19 anni e che è straordinariamente bello (alto-biondo-occhi neri-fisico atletico), ma non per questo si tratta del classico adolescente superficiale e/o donnaiolo. Anzi, posso ben dire che Nix è tutto il contrario: i suoi pensieri riflettono una maturità e un’intelligenza non comuni, una capacità di vedere il mondo al di là dei pregiudizi e delle ipocrisie che lo impregnano che ho trovato stupefacente – e che per una volta mi ha messo il cuore in pace ricordandomi che, per fortuna, esiste ancora una percentuale per quanto ridotta di adolescenti con la testa “a posto”. Mi è piaciuto molto il suo modo critico di esaminare ogni cosa, di commentare l’atteggiamento dei suoi coetanei.
L’unico aspetto che non mi è andato giù di Nix è il fatto che sia così nichilista: penso che sia un peccato che un ragazzo intelligente come lui non abbia ideali o passioni, che non si lasci coinvolgere quasi da nulla, che non riesca a trovare niente per quale valga la pena vivere. Nonostante la sua maturità, inoltre, appare inquieto e fragile, come dimostrano i frequenti incubi che ha.
Tutto questo disinteresse per ciò che lo circonda arriverà al culmine nel finale, amaro eppure molto azzeccato.
A parte questo, però, trovo che il nostro Nix sia un personaggio davvero ben fatto. Talmente ben fatto che tuttora mi domando cosa lo spinga a rimanere insieme a quell’oca superficiale di Giulia.
Stessa cosa si può dire anche degli altri personaggi, in particolare di Ottilia e di Ermanno, i due migliori amici di Nix, e di Isabella, la sorella minore. Il fatto che, poi, l’autrice abbia da poco superato a sua volta l’adolescenza ha contribuito a conferire verosimiglianza a essi: spesso i libri che parlano di adolescenti sono stati scritti da persone che si sono lasciate alle spalle la giovinezza ormai da parecchi anni, risultando così molto distaccate; in questo caso, invece, si capisce che Elisabetta Ossimoro conosce l’argomento in modo profondo.
Parlando un po’ della storia generale e dello stile, credo innanzitutto che Nix sia scritto davvero bene: il lessico è ricco, la prosa molto coinvolgente e il fatto che sia lo stesso Nico a narrare la storia rende la lettura appassionante. Tutto sommato, si percepisce a ogni pagina che l’autrice conosce bene l’arte dello scrivere: a parte rare sviste, ho trovato lo stile veramente accurato e ben fatto.
Per chi ci è già passato, è senz’altro un modo piacevole per ricordare i momenti della maturità, e nonostante io sia ancora “piccolina” è riuscito a divertire molto anche me, soprattutto la punizione del povero Piervi, che mi ha fatto morire dal ridere. Toccante anche la scena tra Nix e la professoressa Galbiati.
In definitiva, dunque, anche se nel complesso non è riuscito a lasciarmi interamente soddisfatta, trovo che sia un romanzo d’esordio niente male.
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“Sono uno sporco qualunquista, lo so, e giuro che invidio questi miei coetanei, che riescono ad avere una fede incrollabile nei loro ideali. Rimpiango di non essere in grado di credere in altro se non in Nicodemo Orsini.”
Valutazione
(M.P, 16 anni)

Libro piacevole, scorrevole e scritto bene ^_^ mi è piaciuto molto ^_^ anche il finale (anche se un po' prevedibile)... 4/5 stelline anobiane

(F, 32 anni)


Nix, primo libro pubblicato della talentuosa Elisabetta Ossimoro, ha tutti i pregi e i difetti di un libro scritto alla fine dell'adolescenza, in un momento in cui ancora ci si ricorda di che cosa voglia dire essere adolescenti, e non in cui si cerca di ricostruire a tentoni brandelli di memoria che stanno a metà tra età adulta e passato. la linearità della vita di un anno di scuola ci viene restituita attraverso la linearità di una serie di topoi (sembrerebbe una semplice successione di eventi, ma che cos'è in fondo la scuola se non una linearità di eventi che si susseguono ogni anno uguali?). Centrale la polarità tra il conoscere se stessi e l'essere conosciuti dagli altri. Meraviglioso il momento in cui Giulia sta quasi per vedere davvero, senza idealizzazioni, senza saperlo, Nix (nichilista, ma poi mica tanto). Ed essere visti per quello che si è fa paura. Giulia, stereotipo dei bimbi-minchia a volte colti da attimi di illuminazione, è un notevole esempio di inconsapevolezza terrificante. Come dice Franco Moretti, la stupidità può essere crudele, e, aggiungo io, rivelatrice, senza smettere di essere stupida.
Forse di harrypotteriana memoria è il trio di amici, in versione vagamente più perturbante e perturbata, dato il cenno ad un amore omosessuale non corrisposto, e per questo portatore di sofferenza nell'accettazione della propria sessualità. Ermanno, il più radical-chic intellettuale dei tre, personaggio che ci sarebbe piaciuto indagato di più.
Ma il protagonista è Nix, specchio o ritratto dell'autrice; qui forse Ossimoro compie un passo falso nella caratterizzazione: chi è allora Nix? personaggio autonomo o funzione per far trasparire i gusti letterari, che vanno da McEwan a Maugham, dell'autrice? forse c'è piena sovrapponibilità, ma è un dato da tenere in considerazione.
altro elemento che mi ha fatto riflettere sono i livelli della narrazione: il libro è costellato da una fantastica ironia che compensa la linearità dell'intreccio. Nix ha sempre una buona parola per tutti. L'intertestualità parodica verso molta della letteratura di consumo prodotta nel nostro Paese diviene spunto per alcuni cenni di polemica programmatico-letteraria: "ma perché questo nella realtà non succede?". il dubbio risiede però nella provenienza dell'ironia: quella di Nix è indubbia, ma ci sono punti in cui c'è una voce - che non sappiamo a chi appartenga - che fa ironia anche sull'ironia di Nix. E questa sovrapposizione è indubbiamente molto produttiva per far sì che il lettore continui ad aver voglia di girare la pagina fino ad un finale di cui non parlo, ma posso definire per lo meno ambiguo e imprevedibile.
In conclusione, un bel libro che, pur senza la pretesa di essere un capolavoro, ci mostra degli adolescenti insicuri, sulla soglia di un cambiamento nelle loro vite, ma senza essere mostri o carnefici. Nix mette bene a nudo delle notevoli capacità autoriali. voglio però vedere l'autrice di fronte ad una complicazione della trama, e, soprattutto, davanti ad una reinvenzione più radicale del linguaggio letterario.
 (A.V., 24 anni)
Il libro è molto ben scritto e si legge molto bene, i personaggi sono ben caratterizzati, ma forse per questo mi ha comunicato un profondo senso di tristezza. Penso che sia dovuto al fatto di vedere uno spaccato di gioventù che è molto distante dal mio modello di gioventù. Mi colpisce molto e mi rattrista il nichilismo del protagonista, non c'è nulla che lo appassioni, nulla per cui valga veramente la pena vivere, infatti il finale è molto azzeccato e coerente con il personaggio.


(E.A 53 anni) 


Chapeau

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Chi è questa Elisabetta Ossimoro che scrive come una poetessa di 60 anni a soli 20? Chi è costei che parla di filosofia, storia, arte e letteratura come se fosse il suo pane quotidiano?
Chi è mai questa Scrittrice che usa la lingua italiana come un bisturi letterario?
Padronanza di linguaggio, profondità di pensiero, intensità di emozioni, capacità introspettive in soli 138 pagine, che mi fanno impallidire e vergognare per il mio povero e miserrimo lessico.
Un libro semplicemente PERFETTO.
Solamente perfetto si può definire per come è scritto, narrato e presentato, ed io ho trovato perfetto anche quel finale di cui qualcuno sembra essersi lamentato e non mi sarei aspettata di meno da una che scrive in un modo così opulento ma mai ostentato, altrimenti sarebbe stata una degna collega di Ferdinando Loccia!
Che qualche casa editrice di quelle in auge la adotti immediatamente.
Paurosamente brava. 5/5 stelline anobiane
(R, 36 anni)
Uno scorcio di vita scolastica. Nix è uno studente molto bello, ma interiormente tormentato dall'esistenza. Ha una ragazza bellissima ma sciocca e superficiale ma è lui stesso a non volere di più come se il di più lo spaventasse.
Nix è assillato da incubi ricorrenti a cui non sa dare una spiegazione.
Una fine inevitabile che ho sperato diversa fino alla fine. Molto bello, molto profondo, scritto divinamente!
4/5 stelline anobiane
(S. 40 anni)

Sono uno sporco qualunquista e giuro che invidio questi miei coetanei …
L’adolescenza e attorno ad essa la scuola, i primi amori, gli amici ma soprattutto l’impossibilità di delineare chiaramente la strada da intraprendere con la propria vita sono temi trattati da diversi autori in numerosissimi libri (e relativi film … ) ; L’argomento potrebbe quindi risultare fin bistrattato eppure riesce sempre ad attirare l’attenzione di lettori di tutte le età, lettori che in questi testi cercano la comprensione del proprio stato, il sogno di un futuro non troppo lontano o il ricordo di un passato diverso eppur sempre simile …
Il problema di gran parte di questa categoria di libri, soprattutto di quelli facilmente rintracciabili in libreria, rimane in fatto che però spesso vengono scritti da persone per cui l’adolescenza non è che un ricordo lontano e che quindi tendono a idealizzare questo periodo della vita di ognuno di noi e tutto ciò che gravità attorno ad esso. In questo caso invece abbiamo un’autrice che ha voluto raccontare di un periodo poco distante da lei e che quindi è riuscita ad impregnare di freschezza e di verosimiglianza il suo scritto, uno scritto che trova una sua distinzione rispetto ai “simili” anche in altri molti dettagli. Prima tra tutti risulta essere al delineazione dei personaggi, personaggi si sempre schifosamente bellissimi e noiosamente adoratissimi da tutti coloro li circondino, ma intrinsecamente distinti dai loro coetanei (perlomeno in quelli delineati dalla letteratura). In loro infatti troviamo un’incapacità di legarsi alla massa degli adolescenti, un’impossibilità nel aderire ai loro tipici ideali, uno sguardo di freddo sdegno verso le relazioni sociali intrecciate da chi li circonda e persino verso le proprie, una cultura coltivata per vero interesse ma soprattutto una totale noncuranza verso i giudizi degli altri su loro stessi . Da notarsi è come però ognuno di loro non sia assolutamente perfetto ma abbia in se un qualche difetto, generalmente noto ma non affrontabile dallo stesso, difetto che lo umanizza rendendolo più apprezzabile dal lettore.
Un libro che quindi trova la sua forza proprio nella presenza di personaggi dissonanti rispetto alla media, che vive in una trama dai temi pesanti ma trattati con una certa leggerezza e che trova il suo sostegno in uno stile di scrittura piuttosto ricercato ma mai opprimente .
Al mio occhio vi sono anche dei difetti ossia la già citata eccessiva perfezione dell’aspetto fisico dei personaggi (dettaglio che tendenzialmente tendo ad odiare) e il saltuario ricorso a termini eccessivamente ricercati che certamente li distanziano dalla massa ma che tendono anche a rendere meno partecipe il lettore agli eventi narrati ...
A lungo ho riflettuto sul voto da attribuire a questo libro e pur avendo potuto dare 4 stelline ho optato verso le 5 come incoraggiamento per un’autrice molto promettente
Nota personale: che bello veder citati cosi tanti titoli che poi sarebbero riapparsi nel bookclub gestito dalla stessa autrice … :) 5/5 stelline anobiane

(M. R. 29 anni)

 
Mi è piaciuto! Ho apprezzato soprattutto il finale, anche se mi ha lasciata con l'amaro in bocca, e mi ha divertito troppo l'ironia - un po' maligna - con la quale Nix tratta Giulia. (Che poi, a proposito di Loccia: è proprio vero che scrive in gergo romanesco e le uniche parti in italiano sono scritte male e infarcite di marche! Io ho resistito a mezza pagina circa di Tre metri sopra il cielo, e solo perché volevo vedere se era così schifoso. Quando "lui" - presumo fosse il protagonista, ma ancora non erano stati fatti nomi - schiaccia la frizione della moto con "la punta rigata della Adidas Superstar" ho chiuso tutto. Non si può. Non. Si. Può.)
4/5 stelline anobiane

(V.C, 35 anni)
Il romanzo, nella sua scrittura limpida e colloquiale, è di piacevole lettura. Il narratore-protagonista, Nix, è colto dall’autrice nei suoi dubbi interiori e nel suo costante riflettere su se stesso e sul mondo che lo circonda. L’aspetto esteriore di ragazzo bellissimo e bravo a scuola nasconde un io profondo che non si accontenta della superficialità esistenziale tipica della vita di tanti suoi coetanei, ma va alla ricerca di se stesso e di un autentico significato della vita. L’ultimo anno del liceo è lo scenario che accompagna l’evoluzione del personaggio, il quale parla al lettore delle sue grandi amicizie con Ermanno e Ottilia e della relazione amorosa con la bellissima e naïve Giulia. Proprio questa, incarnando l’ideale della spontaneità e della semplicità, rappresenta il contraltare del carattere complesso-complicato-meditabondo e inquieto del nostro eroe, Nix. I numerosi episodi della vita scolastica e sociale del protagonista sono momenti divertenti e scherzosi che la verve ironica della scrittrice riesce a rendere con efficacia. Tuttavia, nonostante l’andamento leggero e scandito in veloci capitoli, il romanzo vuole raggiungere una certa profondità di contenuti esistenziali; i sentimenti di Nix, la sua aspirazione a una vita non banale, i suoi sogni, i suoi incubi automobilistici, fanno di queste novanta pagine certamente un luogo dell’introspezione psicologica. Al centro della storia, la triade dei grandi amici Nix-Ermanno-Ottilia mette in risalto una comune sensibilità intellettuale, un atteggiamento che vibra all’unisono, un affiatamento che li unisce e li accompagna nell’ultimo anno di scuola. Se Ermanno incarna “eleganza, solennità, dolcezza” e Ottilia è “perseveranza, intraprendenza, passione”, Nix agli altri compagni sembra l’esempio vivente del successo e del saper vivere, mentre solo l’enigmatica “ragazza di McEwan” riesce a scrutare la verità oltre la facciata dell’edificio inaccessibile-Nix. Ma in fondo neppure lui stesso si conosce, non riesce a vedersi nè da una prospettiva interna nè da una esterna. L’approdo alla conoscenza di sè sarà in una “sera di un giorno di inizio luglio”, prima dell’ultima prova dell’esame di maturità. I sogni, vera metafora dell’inquietudine del personaggio, percorrono tutto il romanzo, parallelamente all’itinerario che l’eroe adolescente ma già maturo affronta per capire il suo vero, interiormente ricco ego.
(P.G., 25 anni. 22 all'epoca della prima lettura)

 Pur non essendo un libro dei generi che preferisco, l'ho letto facilmente perchè è scritto molto bene. Nix mi sembra fin troppo maturo per i suoi 18 anni. 3/5 stelline anobiane

 (T., 58 anni)


Libro breve...ma intenso. La storia è interessante, le pagine si girano quasi da sole, mentre attraversiamo la vita di un adolescente, che "normale" non è, ne seguiamo le vicende, ma soprattutto ne seguiamo i pensieri, rimanendo invischiati nella tela che lui tesse. Lo stile è preciso, coinvolgente..insomma il libro è davvero scritto bene (anche se mi ha fatto una certa impressione trovarvi scritto "guido" per indicare l'autista del pullman) e la storia, che ad una prima occhiata può forse sembrare banale, avvince, facendo sì che le pagine si girino da sole. E' stata una lettura davvero piacevole, e una sorpresa veramente gradita.

(S, 24 anni)


Ho letto Nix e l'ho trovato bello da leggere e buono da rifletterci, per me vecchio professore, sebbene non di liceali di queste ultime generazioni, con luoghi comuni per me non tali ma inusitati. Io però so usare bene il T9, mentre lei, se si applica quanto dice la Galbiati, avrà una Torre sulla Sagrada Familia, o almeno sui tetti di Superga.

(G.A, 72 anni)

Un grandioso primo romanzo

"Mando un messaggio a mamma e la prego di agevolarmi tutti gli indirizzi dei parenti".
Mi sarebbero bastate queste parole per identificare immediatamente l'autrice di questo romanzo. Perché quando condividi con Ossy anni di forum, non puoi non riconoscere il suo stile... e il suo verbo preferito ("agevolare")!
Scherzi a parte, con imperdonabile ritardo, finalmente ho ripreso in mano questo agevole (:P) libricino per rileggerlo e scrivere una degna recensione, e la mia prima du Anobii, quale onore!
Che dire? Come opera prima merita sicuramente 5 stelle: si avverte che è stato scritto alcuni anni fa, poiché mi è sembrato, mentre mi immergevo nel suo stile scorrevole ma estremamente curato e letterario, di andare a ritroso e conoscere un'Elisabetta un po' diversa, forse meno matura di adesso, ma già estremamente acculturata, raffinata, decisa e brillante come quella che sono abituata a leggere.
La storia scorre benissimo offrendo un caleidoscopio di personaggi, alcuni dei quali davvero ben caratterizzati.
Non si può fare a meno di immedesimarsi nelle vicende di Nix e, con lui, ritornare al liceo, rivivere quegli anni tormentati, quei sogni iperbolici, quell'incertezza disarmante e quegli ormoni che non danno tregua.
Nix sembra una specie di super-adolescente: bellissimo, invidiatissimo, acculturatissimo, bravissimo, ecc., ecc., eppure non è tutto oro quel che luccica, e sin dalle prime pagine si entra nel suo mondo e si riesce a scavare quella patina di falsa perfezione e mettere a fuoco il suo essere, che rimane impresso, fino all'ultimo atto.
Resta solo un dubbio: chi è la ragazza di McEwan? Qualcuna che conosco? :) 
(E.S, 31 anni)
Un libro strano.
Di certo non era il genere di libro che mi aspettavo, e questo ha influito negativamente sul mio gradimento. Un po' come comprare una brioche alla nutella scoprendo poi che dentro c'è la crema. Magari è buona anche la crema, ma la volevo con la nutella.
A prescindere da questo...il libro.
Non mi è troppo piaciuto. Ho fatto una fatica allucinante ad arrivare in fondo.
Non è scritto male, anzi ci sono pochi refusi e pochi errori, il che è molto positivo. Ma. L'ampollosità del linguaggio è chiaramente voluta, serve a dare forma al protagonista al suo modo di essere...ma l'ho trovata forzata. Nicodemo è un personaggio strano, in qualche modo fuori dal suo mondo, e la narrazione in prima persona ovviamente accentua questo fatto...ma non lo fa con naturalezza. Spesso i suoi pensieri sembrano artificiosi, troppo spesso sembra un personaggio e non una persona. Vedevo sempre lo scrittore dietro le righe, e questo ha fatto sì che io non riuscissi ad immedesimarmi nella lettura, tantomeno ad affezionarmi ai personaggi, salvo forse Ermanno.
Il profondo disprezzo di Nicodemo per i vari clichè degli adolescenti attuali è troppo marcato, non condivide l'interesse dei suoi coetanei per i vestiti, i locali ecc, ma per buona parte del tempo non fa che pensarci, il che lo rende fasullo. Questa ostentazione di disprezzo per questi fantomatici clichè fa sì che il libro sia di per sè stesso un clichè.
L'uso della prima persona presente accentua questo senso di forzatura e falsità.
La trama è in qualche modo inconsistente. Capisco che è volutamente strana, un po' onirica, se posso osare scegliere questo aggettivo...ma manca qualcosa. Risulta noioso. Le vicende sono senza senso o spessore. Vero è che Nix vive la sua vita proprio in questo modo, ma nella mia percezione qualcosa non va, anche se non saprei dire con certezza cosa. So solo che ci ho messo due settimane a leggere un libro di 100 pagine.
Certe parti invece sono belle, certe immagini, certi punti coinvolgenti. Bello il rapporto con la sorella Isabella, interessante la ragazza di cui non scopriamo mai il nome, neanche alla fine del libro.
Forse ragionandoci la parte veramente debole del libro è la trama. Molte delle altre caratteristiche del libro che ho appena elencato sono volute, questo senso dell'assurdo e questa distanza dalla realtà così radicati in Nix sono consapevolmente creati e resi dall'autrice, portati all'esasperazione dai numerosi elementi che ho già elencato.
La trama in sé invece è alquanto banale. Ho idea che l'autrice si sia molto concentrata su altri aspetti e abbia trascurato questo...l'intreccio è del tutto assente, la storia e le vicende non sono altro che un vago e sbiadito sfondo per tutto il resto. Suppongo che una trama più articolata avrebbe ridotto di molto la mia noia. Ma devo ammettere che il resto c'è. Perché di certo Nix non è un libro leggero, c'è del lavoro dietro, e si vede.
Sarebbe interessante vedere questa giovane autrice cimentarsi con un numero maggiore di personaggi principali e con una storia più articolata.
Nonostante il mio basso gradimento devo ammettere che in qualche modo questo libro è riuscito. Non è adatto a me, e questa è una certezza. Ma ha un valore, uno spessore. Non è un libricino per adolescenti, e suppongo nasconda un discreto talento.
Una critica per la quarta di copertina: per me è stata fuorviante. Mi ha spinto ad aspettarmi un libro completamemte diverso, e questo ha contribuito discretamente alla mia delusione.
Infatti mi aspettavo una brioche alla nutella, e questa era con la crema. Peccato. (S, età ignota)

Come dice la quarta di copertina Nix, o Nico (e non diciamo il suo vero nome, ve lo svelerà lui nel corso della lettura, se deciderete di leggere questo libro), non è un serial killer, non è un mago e non è nemmeno un vampiro. Però è decisamente un protagonista di vocazione, un hero, come si dice in inglese, perché è comunque un ragazzo molto speciale, che sa di esserlo. È perfetto persino nella sua imperfezione: bello, attraente, intelligente, ma non esente da piccoli difetti su cui il ragazzo calca la mano con una potente dose di autoironia.
Il suo modo di agire e di pensare e la sua cultura non fanno pensare assolutamente a un diciannovenne bensì a un ragazzo decisamente più maturo, con una visione analitica del mondo a 360 gradi. E questo lo ammanta di mistero. Chi è veramente Nix?
Confesso di aver pensato - per due terzi del romanzo, e anche oltre - che qualche sensazionale rivelazione ci sarebbe stata fatta prima o poi. E qualche piccola scoperta effettivamente la facciamo, perché Nico ‘ci fa la grazia’ di buttare qua e là indizi, che accrescono intorno a lui ulteriormente l’alone di mistero. Il fatto che la ‘sorpresa finale’ sia, nonostante tutto, realistica, e non la soluzione in stile paranormal che mi aspettavo, danno sicuramente credito a Elisabetta Ossimoro di essere una scrittrice concreta e non alla ricerca di un romanzo sensazionalistico né sdolcinato o comunque di tendenza, solo perché la trama potesse attrarre un certo tipo di pubblico (come ad esempio i romanzi scritti da Ferdinando Loccia - autore dissacrato nel romanzo - dietro il cui nome si nasconde, neanche tanto velatamente, uno scrittore acclamato dagli adolescenti, per intenderci).
Il romanzo narra, dunque, di un normalissimo ultimo anno di liceo. E che rappresenta, inoltre, la fine dell’adolescenza vissuta dal punto di vista disincantato di Nico, o meglio, Nix. Quest’ultima risulta essere la contrazione massima del nome del protagonista - come dice la Ossimoro - ma anche particella negativizzante, che richiama il nicht tedesco, a suggerire l'idea del nichilismo, uno dei temi centrali del romanzo. Ed è proprio la voce di Nix a fare la differenza: l’alone di mistero che lo circonda, la sua ironia, il suo modo di raccontare le persone che gli sono attorno e gli eventi di una vita ‘normale’ che ci fanno ‘bere’ questo romanzo breve e frizzante. Nix che non sa cosa farà nel suo futuro - e in questo è molto simile ai suoi coetanei -, che guarda tutto e tutti con distacco e profondo spirito critico, che si fa beffe di tutti i capisaldi dell’adolescenza di oggi e che dal suo punto di vista di privilegiato prova sentimenti veri solo per pochissime persone. Fra queste non è contemplata Giulia - la sua ragazza - che rappresenta la tipologia della classica ragazzina bellissima e senza cervello e che Nix considera solo un bell’oggetto, un’opera d’arte da contemplare e di cui bearsi.
Mi fa bene credere che Giulia non riesca a pensarmi e si limiti a essere pensata da me, anche perché credo che se mi vedesse davvero avrebbe una comprensibile paura di me.
I personaggi sono perfettamente delineati, con pochi commenti di Nix, o poche battute di dialogo. Essi rappresentano tipologie di adolescenti e di adulti che riusciamo a riconoscere senza difficoltà. Oltre ai due amici più intimi di Nix (Ottilia ed Ermanno) spicca la ragazza senza nome, ribattezzata “La ragazza di McEwan”, perché la prima volta che Nix la nota sta leggendo il romanzo capolavoro dello scrittore inglese, Espiazione, e che probabilmente rappresenta la stessa autrice: l’unica ragazza della sua cerchia che non sbava dietro a Nix e - se anche ne fosse affascinata - cerca di non dimostrarglielo, rispondendogli sempre con battute indifferenti o sferzanti. E, poi, quello che è il personaggio più bello del romanzo secondo me: la piccola Isabella, la sorellina di Nix, ballerina dalla grazia di farfalla in sovrappeso, che si sforza per far emergere il suo talento - nonostante il fisico poco adatto - che cerca di raggiungere caparbiamente i suoi traguardi. A lei Nix riesce a parlare con il cuore in mano. È lei la persona che il ragazzo ammira di più: lui che sente di non avere uno scopo nel suo futuro e vede invece davanti ai suoi occhi un esempio di determinazione nel conseguimento delle proprie ambizioni.
Lo stile è scorrevole ma ricercato. Numerosissime sono le citazioni letterarie (anche grazie alla ragazza di McEwan e allo stesso Nix, lettore coltissimo).
Pur parlando di un adolescente, Nix non è un romanzo di formazione, a causa del suo protagonista, che sembra aver già fatto un suo percorso prima di approdare sulle pagine di questo libro. Nix non vuole essere Holden Caulfield di Salinger e neanche Alex D. di Brizzi. Eppure, nonostante tutto, Nix non riesce a risultare simpatico: ripeto, è troppo perfetto anche nelle sue imperfezioni e nei suoi incubi, nonostante sembri impossibile pensare ciò di un ragazzo che riesce ad infilare Mr Darcy nella tesina della maturità! Ma ciò non conta. Quello che conta è che questo romanzo - che non sembra assolutamente un romanzo di debutto - rappresenta uno spaccato della società, uno sguardo sulla gioventù, e non solo, degli anni 10 del XXI secolo, ammantato da un velo di ironia, che si legge tutto d’un fiato.
PS: Se non avete ancora letto Espiazione di Ian McEwan (che state aspettando?!), saltate le prime battute del dialogo fra Nix e la ‘ragazza di McEwan’!
(G., età ignota)
Conoscere la propria lingua dà un grande potere...quello di dire ciò che si vuole
Premetto che il giudizio reale sarebbe tre stelline e mezzo!!! Raramente ho trovato un autore (esordiente o meno) con una simile padronanza della lingua italiana. A tratti mi ricordava quasi "il libro l'eleganza del riccio" nelle sue ricerche stilistiche. In quest'opera traspare tutta la passione che la stessa autrice ha per la letteratura, numerose le citazioni,i riferimenti e richiami a opere passate e contemporanee. Cose che ho gradito davvero perchè tutto è stato attentamente studiato e voluto. Davvero ben caratterizzati anche i personaggi! Forse proprio il protagonsita è quello che sono riuscita a capire meno...non so perchè...sembrava quasi vivere in un mondo proprio. Il personaggio migliore è proprio quello che rimane nell'ombra per quasi tutto il libro per ritagliarsi poi un ruolo centrale nell'ultima pagina. La ragazza di McEwan. L'ho adorata subito. Incurante del mondo e delle sue regole, lei il mondo lo ridisegnava a modo suo.
La storia mi ha permesso di rivivere per qualche istante le emozioni di quell'ultimo anno di scuola...quando hai la sensazione di avere il mondo nelle tue mani, quel momento in cui qualsiasi cosa ti sembra possibile.

(L.M, 27 anni)

 Ho letto finalmente il tuo libro qualche settimana fa e mi è piaciuto un sacco!
Descrive molto bene i liceali italiani e leggendolo, ho rivissuto l´esperienza delle superiori,
quando ancora potevo passare i sabato pomeriggi a fare le vasche tra via Roma e via Garibaldi!
E poi leggere un libro scritto da una scrittrice italiana è totalmente diverso che leggere traduzioni italiane di libri stranieri (ormai non mi smuovo più dai gialli svedesi!! Camilla Läckberg la mia preferita in questo momento).
E´ stato proprio emozionante leggere il tuo libro e ti faccio un bell'in bocca al lupo coi prossimi!!!!!

(C.D.B. , 29 anni)


Grazie ad Elisabetta per questa bella opportunità di lettura.
Il suo libro è ricco di attrattiva, in un contesto quotidiano e moderno. I suoi protagonisti, sanno coinvolgerti all'interno della storia. Il finale poi, lascia a bocca aperta, dato che proprio non te lo saresti aspettato.4/5 stelline anobiane
(C.C, 40 anni)

Finalmente ho letto il tuo libro.
E' bellissimo, complimenti! Ho adorato come cambiavi registro a seconda di quale
personaggio parlava. Mi ha toccato nel profondo il rapporto tra Nico ed Ermanno, al limite della bisessualità (almeno ora).
Non sono un grande amante di questi tipi di romanzi, dato che sono un lettore accanito di fantascienza, ma il tuo romanzo, mi è veramente piaciuto. Quindi direi che il mio
giudizio vale doppio!
5/5 stelline anobiane
(N.D.R, 30 anni)

 
Eccomi qua tutta sorridente a dirti che ho trovato Nix dolcissimo e ricco di contenuti sociali ben miscelati nella generale leggerezza della narrazione. I personaggi sono proprio carini, ben dipinti, riconoscibili.
Ovviamente si intuisce la giovane età dell'autrice :) ma credimi è dolce anche per quello. Si sente che non è un adulto a parlare di Nix e dei suoi amici, ma un loro coetaneo; gli anni del liceo visti non dagli occhi nostalgici di un autore datato ma da quelli aperti e disincantati di un'adolescente fanno un certo effetto.
Riporti il lettore a quei tempi scanzonati ecco.
Mi ha ricordato in qualche maniera "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" nella freschezza delle emozioni narrate e nella forza delle delusioni e del dolore tipiche dei ragazzi di quella età.
Complimenti Ely, aspetto altri tuoi scritti :)
(E.V, 35 anni)

Spaccato di vita adolescenziale, durante l'ultimo anno di liceo, di tre ragazzi: Nicodemo, Ottilia e Ermanno.
Nicodemo (per gli amici Nix) è la voce narrante, il fulcro attorno a cui si muovono le altre pedine (Giulia la sua fidanzata, Piervi il compagno di classe ultracomunista, Isabella l'amata sorellina) che compongono la sua vita.
Un romanzo interessante, scorrevole, dal linguaggio giovanile ma a tratti ricercato e delicato, che affronta (seppur marginalmente) temi importanti come l'omosessualità, l'amicizia, l'osannata cultura del "bello a tutti i costi".
Avrebbe forse meritato 4 stelline piene, se non fosse per il finale, che un pò mi ha deluso.
Complimenti all'autrice e grazie per averlo messo in catena di lettura. ^^ 3/5 stelline anobiane
(N, 35 anni) 

Una bella panoramica sull'ultimo anno di liceo e tutto ciò che gli ruota intorno..bello stile descrittivo e dialoghi mai banali,traspare una conoscenza che spazia in vari ambiti ma che non risulta mai ostentata e anzi rende più stimolante la lettura facendoti apprezzare contenuti e personaggi.. 4/5 stelline anobiane
(S. età ignota)

Il mondo di Nix è costellato di personaggi unici nella loro personalità, ma assolutamente reali: vivono i sentimenti e le emozioni dell’ adolescenza, età in cui bisogna trovare la propria strada e bisogna “vedersi” come dice Nix.
Il protagonista resta il personaggio più riuscito, nel suo modo di vedere la vita senza necessariamente porsi dei limiti o fissarsi entro certi schemi, Nix vive e basta, senza farsi troppe domande e senza voler sapere per forza le risposte; guarda le vite degli altri, a volte con un’aria di superiorità che può sembrare antipatica, ma comunque senza giudicare e cercando sempre di cogliere qualcosa in più.Accanto a questo mondo esiste quello degli adulti: i parenti tutti sorrisi di circostanza e frasi in ipocretese, i professori che a volte si mostrano nel loro lato umano, i genitori che hanno già deciso la vita che i propri figli vivranno, come per Ermanno o per Piervirgilio, la dimostrazione di come un nome possa diventare l’antitesi della propria esistenza.
Insomma è un romanzo piacevole e divertente, in cui la leggerezza e la freschezza dei personaggi non sfociano nelle banalità dei romanzi per adolescenti, tanto popolari in questo periodo; anche nelle situazioni divertenti può esserci lo spunto per una riflessione, ma sempre e comunque col sorriso sulle labbra.
(E. L. 25 anni, 22 all'epoca della lettura)


..una bella sorpresa...

Questo libro mi è piaciuto parecchio e soprattutto mi ha coinvolta. E' vero che non è molto lungo, ma l'autrice è stata in grado di fare un piccolo concentrato di emozioni, senza sembrare banale. Dire che ho adorato Nix e i suoi amici è dir poco...forse perchè a volte a sprazzi mi sento un po' come lui.
Solitamente non leggo libri che trattano temi adolescenziali (il più delle volte li trovo banali),probabilmente questa è stata una delle poche eccezioni che mi sono concessa e non me ne pento.
Anzi. :)
Per concludere voglio fare i miei complimenti all'autrice non solo per avermi fatto apprezzare un pò di più l'argomento (dimostrandomi di poter essere emozionante) ma anche per i suoi prossimi lavori,dato che il primo è stato decisamente sopra ogni aspettativa!
5/5 stelline anobiane


(G., 19 anni)

Avevo piombo da sparare se stereofonica posavo d'imbarazzante giovinezza lamé.

E' sempre difficile recensire il libro di un autore esordiente, soprattutto se pubblicato da una piccola casa editrice perché, nel recensirlo, è necessario tener conto di diversi fattori che, normalmente, non sono rilevanti se, invece, si tratta di un romanzo scritto da un autore già "formato".
La storia che Elisabetta Ossimoro ci racconta è molto semplice, familiare a chiunque abbia un ricordo vivo dei tempi del liceo. Io, anche se l'ho terminato già da qualche tempo, ne conservo un bellissimo ricordo e non ho potuto che riconoscere, in diversi personaggi del libro, alcuni degli individui che frequentavano il mio stesso istituto.
Nix è un adolescente, ma di lui non si può certamente dire che sia un adolescente come tanti. Perché lui, al contrario di quanto forse potrebbe inizialmente sembrare, mostra una maturità non comune ai ragazzi della sua età. Sarà forse per questa sua maturità fuori dal comune che stupisce, e non poco, che riesca a stare insieme a Giulia, una ragazza di una vuotaggine imbarazzante e, oserei dire, quasi raccapricciante.
E' pur vero che spesso, per non dire sempre, i ragazzi molto giovani non badano ad inutili sottigliezze come l'intelligenza delle persone delle quali si circondano, ma la descrizione di Nix è così particolareggiata, così profonda, che il connubio con Giulia risulta quasi surreale. Si bea della sua presenza, della sua bellezza e qualche volta sembra pure che si bei della sua quasi totale mancanza di intelligenza.
Nonostante ciò, quasi tutti i personaggi che animano il mondo di Nix e del liceo scientifico che frequenta, Giulia inclusa, sono così abilmente caratterizzati da sembrare, a tratti, quasi veri.
La scelta delle parole, delle espressioni da utilizzare, è pesata e tremendamente ricercata, frutto certamente di una puntigliosità e di una precisione da ammirare.
L'unico punto debole del romanzo, che costituisce il principale motivo per il quale ho deciso di assegnargli solo 3 segnalibri e mezzo, è l'assenza di una trama vera, incisiva. La mancanza di un intreccio che avvolge e unisce le vite dei personaggi non permette al lettore di sviluppare una certa curiosità per il finale, cosicchè la lettura procede molto lentamente, complice anche il fatto che, per tutta la durata della storia, non vi sia alcun colpo di scena.
Complimenti Elisabetta, continua a coltivare il tuo dono perché sei sulla strada giusta!
3,5/5 stelline anobiane


(N., 26 anni)

Nix è un libro speciale, quando mi sono chiesto a che genere appartenesse non sapevo darmi una risposta, è essenziale e alla portata di tutti ma contemporaneamente poliedrico e pieno di sfaccettature che mettono alla prova anche il lettore più allenato, la mordacità e lo stile brillante danno al lettore quello che non si aspetta e attraverso momenti dolci ed amari lo conduce attraverso la storia che nella sua apparente semplicità cela un mare di emozioni e tutte quelle considerazioni che ogni persona si trova a fare sull’esistenza sua e delle altre persone…. Nix è un libro che andrebbe riletto a ogni età, sul finire del liceo, dell’università, perché ogni volta si può riscontrare un aspetto che la volta prima non si aveva notato…Se dovessi descrivere nix con due parole: irresistibile poliedro!
(E.R. 21 anni, 17 all'epoca della prima lettura)

Leggere il tuo romanzo è stata una sorpresa ed un piacere; sorpresa perché abbiamo scoperto che la ragazzina un po’ timida che abbiamo visto crescere ha rivelato una capacità narrativa insospettabile; piacere perché ho trovato il tuo romanzo veramente bello, i personaggi sono ben tratteggiati, le loro personalità sono approfondite, le citazioni ben inserite nel testo, le ambientazioni, il clima sempre uguale e sempre diverso della gita e dell’esame di maturità sono descritti molto bene e mi hanno riportato alla memoria la mia gita dell’ultimo anno il mio esame di maturità e i miei compagni ed amici. Insomma Nix mi è proprio
piaciuto; spero di non dover aspettare troppo per leggere il prossimo.
(G.M. 58 anni)

" Molte delle definizioni lapidarie di Nix sono di un'efficacia travolgente e diventano attributi definitivi " (parenti comandati; propaggine burocratica regolata dal fato; esauste palpebre)
(G.R. 57 anni)