lunedì 20 febbraio 2012

Dicono di Nix (24)

Ecco l'interessantissima recensione scritta da Gabriella (grazie!) per il blog Diario dei pensieri persi!
Leggetela, perché merita!

Come dice la quarta di copertina Nix, o Nico (e non diciamo il suo vero nome, ve lo svelerà lui nel corso della lettura, se deciderete di leggere questo libro), non è un serial killer, non è un mago e non è nemmeno un vampiro. Però è decisamente un protagonista di vocazione, un hero, come si dice in inglese, perché è comunque un ragazzo molto speciale, che sa di esserlo. È perfetto persino nella sua imperfezione: bello, attraente, intelligente, ma non esente da piccoli difetti su cui il ragazzo calca la mano con una potente dose di autoironia.
Il suo modo di agire e di pensare e la sua cultura non fanno pensare assolutamente a un diciannovenne bensì a un ragazzo decisamente più maturo, con una visione analitica del mondo a 360 gradi. E questo lo ammanta di mistero. Chi è veramente Nix?

Confesso di aver pensato - per due terzi del romanzo, e anche oltre - che qualche sensazionale rivelazione ci sarebbe stata fatta prima o poi. E qualche piccola scoperta effettivamente la facciamo, perché Nico ‘ci fa la grazia’ di buttare qua e là indizi, che accrescono intorno a lui ulteriormente l’alone di mistero. Il fatto che la ‘sorpresa finale’ sia, nonostante tutto, realistica, e non la soluzione in stile paranormal che mi aspettavo, danno sicuramente credito a Elisabetta Ossimoro di essere una scrittrice concreta e non alla ricerca di un romanzo sensazionalistico né sdolcinato o comunque di tendenza, solo perché la trama potesse attrarre un certo tipo di pubblico (come ad esempio i romanzi scritti da Ferdinando Loccia - autore dissacrato nel romanzo - dietro il cui nome si nasconde, neanche tanto velatamente, uno scrittore acclamato dagli adolescenti, per intenderci).

Il romanzo narra, dunque, di un normalissimo ultimo anno di liceo. E che rappresenta, inoltre, la fine dell’adolescenza vissuta dal punto di vista disincantato di Nico, o meglio, Nix. Quest’ultima risulta essere la contrazione massima del nome del protagonista - come dice la Ossimoro - ma anche particella negativizzante, che richiama il nicht tedesco, a suggerire l'idea del nichilismo, uno dei temi centrali del romanzo. Ed è proprio la voce di Nix a fare la differenza: l’alone di mistero che lo circonda, la sua ironia, il suo modo di raccontare le persone che gli sono attorno e gli eventi di una vita ‘normale’ che ci fanno ‘bere’ questo romanzo breve e frizzante. Nix che non sa cosa farà nel suo futuro - e in questo è molto simile ai suoi coetanei -, che guarda tutto e tutti con distacco e profondo spirito critico, che si fa beffe di tutti i capisaldi dell’adolescenza di oggi e che dal suo punto di vista di privilegiato prova sentimenti veri solo per pochissime persone. Fra queste non è contemplata Giulia - la sua ragazza - che rappresenta la tipologia della classica ragazzina bellissima e senza cervello e che Nix considera solo un bell’oggetto, un’opera d’arte da contemplare e di cui bearsi.

Mi fa bene credere che Giulia non riesca a pensarmi e si limiti a essere pensata da me, anche perché credo che se mi vedesse davvero avrebbe una comprensibile paura di me.

I personaggi sono perfettamente delineati, con pochi commenti di Nix, o poche battute di dialogo. Essi rappresentano tipologie di adolescenti e di adulti che riusciamo a riconoscere senza difficoltà. Oltre ai due amici più intimi di Nix (Ottilia ed Ermanno) spicca la ragazza senza nome, ribattezzata “La ragazza di McEwan”, perché la prima volta che Nix la nota sta leggendo il romanzo capolavoro dello scrittore inglese, Espiazione, e che probabilmente rappresenta la stessa autrice: l’unica ragazza della sua cerchia che non sbava dietro a Nix e - se anche ne fosse affascinata - cerca di non dimostrarglielo, rispondendogli sempre con battute indifferenti o sferzanti. E, poi, quello che è il personaggio più bello del romanzo secondo me: la piccola Isabella, la sorellina di Nix, ballerina dalla grazia di farfalla in sovrappeso, che si sforza per far emergere il suo talento - nonostante il fisico poco adatto - che cerca di raggiungere caparbiamente i suoi traguardi. A lei Nix riesce a parlare con il cuore in mano. È lei la persona che il ragazzo ammira di più: lui che sente di non avere uno scopo nel suo futuro e vede invece davanti ai suoi occhi un esempio di determinazione nel conseguimento delle proprie ambizioni.

Lo stile è scorrevole ma ricercato. Numerosissime sono le citazioni letterarie (anche grazie alla ragazza di McEwan e allo stesso Nix, lettore coltissimo).
Pur parlando di un adolescente, Nix non è un romanzo di formazione, a causa del suo protagonista, che sembra aver già fatto un suo percorso prima di approdare sulle pagine di questo libro. Nix non vuole essere Holden Caulfield di Salinger e neanche Alex D. di Brizzi. Eppure, nonostante tutto, Nix non riesce a risultare simpatico: ripeto, è troppo perfetto anche nelle sue imperfezioni e nei suoi incubi, nonostante sembri impossibile pensare ciò di un ragazzo che riesce ad infilare Mr Darcy nella tesina della maturità! Ma ciò non conta. Quello che conta è che questo romanzo - che non sembra assolutamente un romanzo di debutto - rappresenta uno spaccato della società, uno sguardo sulla gioventù, e non solo, degli anni 10 del XXI secolo, ammantato da un velo di ironia, che si legge tutto d’un fiato.

PS: Se non avete ancora letto Espiazione di Ian McEwan (che state aspettando?!), saltate le prime battute del dialogo fra Nix e la ‘ragazza di McEwan’!

(G., età ignota)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie a te! (Età ignota... LoL!)

Ossimoro ha detto...

Ahahahahahaha :-D